L'artista
Pier Bertolo, poliedrico artista nato a Novara nel 1960, è un volto nuovo del panorama culturale del territorio.
Dopo un’iniziale formazione che lo ha portato a studiare da vicino le opere di diversi esponenti dell’arte del territorio, ha intrapreso un personale percorso la cui cifra caratterizzante è la sperimentazione; anche in questa dinamica progressione, che lo porta sempre a cercare strade altre, non ha perso però la sua innata sensibilità, che gli permette di posare il suo sguardo dolce e gentile sulle cose che lo circondano, fino ad interpretarle con un’attenzione sempre nuova. Ogni oggetto infatti viene mediato da questo sguardo ed entra a far parte di un’emozione: ogni sguardo diventa dunque visione e, viceversa, ogni visione diventa sguardo.
Le suggestioni dell’arte materica, che si avvale, accanto ai colori tradizionali, dell’uso di materiali diversi, lo portano a movimentare la superficie pittorica: i soggetti fuoriescono dai normali confini e arrivano a riempire lo spazio, non solo fisico, ma anche mentale.
Avvicinandosi alle sue opere si è catturati dalle forme e dai colori: la mano segue lo sguardo e vorrebbe prendere ciò che è ormai cristallizzato nella dimensione della memoria.
Il valore aggiunto della sua esperienza è proprio la capacità di guardare oltre, di andare al di là di ciò che è normale, per dare ad ogni momento rappresentato quell’infinitezza che fa dire, guardando i suoi quadri, “Non accontentarti dell’orizzonte. Cerca l’infinito”.
Federica Mingozzi
Mi racconto...
Quando ero adolescente ero attratto da tutto ciò che era ludico. Mio padre vedendomi all'opera da apprendista falegname. Mi diceva: "hai un po' dell'artista".
Io non capivo se mi prendesse in giro o dicesse la verità.
Fatto sta che io mi arrabbiavo, perché ritenevo l'artista un personaggio atteggiato e poco concreto. Una persona che non aveva i piedi per terra.
Nel frattempo ho fatto molto sport e nel tempo libero notavo che mi rilassava molto scolpire, disegnare, dipingere e ogni tanto incominciavo a fare qualche piccolo quadretto oppure scolpivo qualche cosa e poi la dipingevo.
Nei primi anni duemila avevo già un bel numero di pezzi eseguiti. Un giorno mi venne a trovare mio cugino Enzo con sua moglie Anmamaria e vedendo i miei quadretti appesi in sala mi spronarono ad iscrivermi al Centro Culturale la Canonica di Novara.
Lì ho cominciato ad esporre, ho conosciuto tutti gli artisti novaresi ed in seguito ho esposto un po’ dappertutto.
Oggi, dopo una decina d'anni, sento di avere alcune certezze: ho una vena artistica innata, che unita alla mia fantasia e manualità mi permettono di creare continuamente pezzi unici e solo miei.
Sto bene e vivo con il piacere di mettere in vita i miei pensieri.
Pier piuttosto che considerarsi un artista si sente un "artigiano fantasioso" e le sue opere sono una conferma.